Ci sono momenti della vita in cui ci troviamo sopraffatti dai ricordi del passato con le sue trame perdute così la malinconia ci assale e cadiamo nel buio dello sconforto e della depressione. Entriamo in una fase equivalente al solstizio d’inverno dove le giornate dal 21 al 25 hanno la prevalenza del buio. Solstizio deriva dal latino “sol” e “sistere”, “sole fermo”, la luce è bloccata, non si muove. Ci vorranno quattro giorni e poi il 25 il Sole riprenderà la marcia luminosa. Così è per la coscienza quando precipita nel buio della crisi ma non dobbiamo temere e cadere nel panico perché il nuovo principio sta per nascere.
Avremmo così l’occasione di affrontare le nuove prove per ritrovare Eros, la vita.
Nella favola di Apuleio, Eros e Psiche,Pan salva la vita a Psiche che vuole suicidarsi. C’è un momento in cui Lei vuole annegare e Pan la salva. Come dire che il momento panico è anche il momento che salva la vita. Dobbiamo vedere il concetto di panico non come distruzione ma come meccanismo sequenziale di paralisi-fuga salva vita. Questo ci riconduce alla nostra radice legata all’istinto naturale, la parte antica semi-animale, il cervello rettiliano, che produce un radicale mutamento della coscienza, una presa di distanza, un allontanamento da dove eravamo prima. Muore un vecchio principio della coscienza e nasce quella nuova. Una vera ” Natalità”, il Natale dell’Anima sofferente è la nuova luce della coscienza che torna ad illuminare.
La nascita del Divino e del senso religioso del vivere.
Per concludere, quando siamo nel profondo della morte psichica la coscienza sta per riprendere ad illuminarsi. Dentro di noi il buio della morte ma Pan farà ripartire il meccanismo salva-vita, la nostra parte istintiva.
Ecco: il Natale è la luce della coscienza che ci dona la possibilità di nascere nuovamente e di tornare ad esistere.